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M5S, appello agli agricoltori: “Stop agrofarmaci nei terreni al confine con cliniche e centri abitati”

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Raccogliamo e diffondiamo questo grido di aiuto da parte di un cittadino che si occupa di tutelare le persone più vulnerabili. Non possiamo interrompere o modificare da un giorno all’altro i modi dell’agricoltura intensiva, ma chiediamo agli agricoltori prima di tutto di essere solidali, di rispettare le distanze previste per legge e, dove le sostanze utilizzate o le loro esalazioni possano raggiungere i luoghi abitati, di utilizzare i sistemi di irrorazione manuale, meno invasivi“.

Così il consigliere provinciale M5S Diego Nicolini, che accoglie la richiesta di aiuto di un cittadino. Di seguito la lettera pervenuta, che chiede maggiori tutele per i lungodegenti sottoposti ogni giorno alle esalazioni degli agrofarmaci utilizzati nelle aree circostanti.

CORONA E MELE



A pochi metri da un ospedale in emergenza, esausto, da uno scivolo per bimbi transennato, da appartamenti in cui le famiglie sono chiuse dentro da giorni, c’è una panchina dove non ci si può più sedere.

In piena tragedia da coronavirus, col finire dell’inverno, quella panchina viene travolta dai trattamenti chimici. Non sono quelli utilizzati per sanificare l’ambiente dal virus, ma quelli utilizzati ogni anno per irrorare le limitrofe monocolture intensive ed estensive: gli agrofarmaci.

In Trentino-Alto Adige ogni anno sono utilizzati circa 60 Kg di agrofarmaci (*) per ogni ettaro di superficie trattabile, che subiamo in parte, non solo sulle nostre tavole, ma anche nell’acqua, nell’aria, nell’ambiente. I picchi maggiori di irrorazione dei cocktail di agrofarmaci avvengono di norma tra aprile e maggio.

Lavoro al centro di lungodegenza Firmian come ergoterapista, gli ospiti con cui lavoro versano in condizioni di salute molto critiche. Per tutelarli, nella loro fragilità, come avviene nel resto d’Italia, sono state interrotte le visite con le persone esterne, compresi i familiari.

La situazione oggi è gestita con grande professionalità ed è sotto controllo, ma l’allarme rimane alto.

Gli ospiti sono rinchiusi come da disposizione del governo all’interno della struttura, per questo tendiamo ad aerare maggiormente l’edificio ospitante. Già con la fine dell’inverno, non solo purtroppo all’esterno, ma anche all’interno della clinica, si inizia a respirare male perché arrivano le esalazioni degli agrofarmaci spruzzati nelle limitrofe monocolture melifere.

Il fetore acre può causare agli ospiti e al personale disturbi come nausea, mal di testa, difficoltà respiratorie, irritazioni cutanee e la conseguente necessità di allontanarsi, di scappare dalle esalazioni.

La popolazione è ora tenuta a rimanere in casa ormai da settimane, anche qui nella conca di Bolzano, nei mesi a venire il sistema immunitario delle persone risulterà particolarmente indebolito.

Non posso accettare che durante questa situazione di emergenza passino quotidianamente i trattori, con loro serbatoi pieni di veleni, e irrorino anche le campagne confinanti con i centri abitati e le cliniche, anche in pieno giorno.

Per tutelare le persone fragili, le persone malate, gli anziani, le donne in gravidanza, è oggi più che mai necessario che tutti collaborino.

Per questo chiedo che venga imposto di:

a) rispettare la distanza 1 km dai centri abitati e dagli edifici per l’utilizzo di agrofarmaci
b) una riduzione drastica fino alla totale abolizione nell’utilizzo di agrofarmaci tossici
c) promuovere il passaggio graduale all’agricoltura biologica“.
Guido Morgavi
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