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L’impertinente

Muri, muretti e muraglioni. La discriminazione etnica ai tempi della Repubblica

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Alto Adige, ultima frontiera.

Questi sono i viaggi di Bellerofonte a cavallo della sua fidata tastiera alata Pegasus. 

In un pomeriggio piovoso di un autunno inoltrato, passeggiando lì dove una volta c’era il famigerato confine tra l’occidente capitalista e l’oriente marxista che divideva Berlino Est da Berlino Ovest, scorgevo un murale davvero curioso.



In esso è raffigurato un (altro) muro di mattoni con una scritta semicancellata <<SÜDTIROL IST NICHT ITALIEN!>>, letteralmente il Sudtirolo non è Italia, dove alla sua destra campeggia un’immagine sorridente del presidente della provincia altoatesina Kompatscher, alla sinistra una figura maschile che copre la scritta con l’immagine di un bosco a rappresentare la libertà oltre i muri ed infine, proprio al centro, una figura femminile intenta a scrivere <<ANAAO RULES!>>.

Resto sconcertato alla vista di questa rappresentazione simbolica pregna di nazionalismo e di divisione, proprio lì dove per tanti anni il genere umano si è ispirato ai canoni di libertà ed uguaglianza negata, lì dove i sogni di quello stesso genere umano s’infrangevano contro i proiettili delle Grenztruppen.

Anche Pegasus rimase sconcertato. Dissi al mio fido destriero che nonostante la storia ci aiuti a comprendere meglio certi errori per evitarli in futuro, l’uomo riesca sempre a superarsi nel dimostrare il peggio di sé. Pegasus è un cavallo mi chiederete voi, ed io vi rispondo di sì ma con doti eccezionali: infatti comunichiamo con un colpo di zoccolo per dire sì e due colpi per dire no.

Pegasus diede un colpo di zoccolo annuendo alla mia affermazione, mentre la mia mente malata pensava che se anche le leggi in consiglio a Bolzano venivano approvate con questo metodo, si sarebbe definitivamente spiegato il perché di tutte queste impugnazioni davanti alla Corte Costituzionale.

Bentrovati miei carissimi Bellerofontenauti, quella appena conclusa è stata una settimana – anzi due – di passione degna di una “Via Crucis”. 

Abbiamo avuto un consiglio provinciale che ha approvato un emendamento che ha determinato l’abolizione della denominazione italiana “Alto Adige”, che identificava parte di una delle venti regioni della Repubblica Italiana dagli atti pubblici provinciali in ambito europeo, sostituendola con la locuzione “Provincia di Bolzano” mentre restava la denominazione tedesca “Südtirol”, atta ad identificare quella parte di territorio per i madrelingua tedeschi.   

Abbiamo tutti visto il video ripreso durante la seduta del consiglio proprio in merito alla soppressione della locuzione Alto Adige, nel quale il consigliere provinciale Alessandro Urzì esterna con fermezza tutto il suo disappunto per un affronto così grave, senza precedenti e discriminante nei confronti della popolazione locale di madrelingua italiana.

Abbiamo lo stesso presidente della provincia – a proposito, il suo video da “Febbre del sabato sera” su YouTube sta letteralmente sbancando, anche se più che febbre sembra mosso dagli spasmi di una colite – che nella stessa seduta replica al consigliere Urzì che a lui “di persona personalmentepiace di più la denominazione Südtirol, alzandosi le maniche della camicia a mo’ di sfida del tipo ci vediamo fuori al parco (a questo proposito andate a sbirciare queste immagini esilaranti in “Governatori in libera uscita: il video di Disco Kompatscher imperversa sui Social“).

La reazione a livello nazionale è stata simile ad uno tsunami mediatico colmo di sdegno che ha investito Kompatscher e i sempre più revanscisti Sued Tiroler Freiheit, per i quali la storia si è fermata alla stipula del trattato di Saint Germain del 1919.

Non sono mancati gli interventi del Governo, ed è lo stesso Ministro alle Autonomie Boccia a chiedere a Kompatscher di cambiare l’emendamento con il ripristino della denominazione Alto Adige, pena l’impugnazione della legge provinciale, l’ennesima.

Alla fine, nonostante alcuni giorni di autentica resistenza, Kompatscher cede alle pressioni ed alle indignazioni nazionali ed annuncia la cancellazione dell’emendamento, ovvero il reinserimento della denominazione “Alto Adige” in seno allo stesso.

Ripensamento? Rigurgito di coscienza? Rinsavimento politico? Macché!

Lo spauracchio di una impugnazione da parte del Governo, ha ricondotto Kompatscher ed i suoi a più miti atteggiamenti perché la cancellazione della denominazione Alto Adige, è una cazzabubbola in confronto al vero obiettivo della legge n. 30 “Europea Provinciale”. 

Questa legge è nata come sanatoria all’indomani della cancellazione dall’Albo dell’Ordine dei Medici di Bolzano del dr. Müller, primario del laboratorio analisi dell’ospedale di Bolzano, perché non ha superato l’esame sostenuto per la conoscenza della lingua nazionale quindi fuori legge secondo la normativa, e non finisce qui. 

Chi di etnia ferisce, di etnia perisce.

L’articolo 4 della legge prevede che << Tenuto conto delle specificità territoriali della Provincia autonoma di Bolzano, con particolare riferimento alla tutela delle minoranze linguistiche, l’ordine o collegio professionale competente per l’iscrizione […], nel caso della sola conoscenza della lingua tedesca, limita gli effetti dell’iscrizione all’esercizio della professione nel territorio della Provincia autonoma di Bolzano. Resta ferma la vigente normativa in materia di conoscenza delle lingue italiana e tedesca nel pubblico impiego>>.

Fantozzi direbbe “È una caxxta pazzesca”!

Neanche Edoardo De Filippo avrebbe avuto tanta fantasia nell’interpretare a proprio favore una sfilza di normative, a partire dagli articoli 2 e 99 dello Statuto di Autonomia, passando dall’articolo 99 dello stesso Statuto per approdare al DPR n. 574/1988.

<<La lingua italiana è l’unica lingua ufficiale del sistema costituzionale (sentenza n. 28 del 1982) e che tale qualificazione non ha evidentemente solo una funzione formale, ma funge da criterio interpretativo generale delle diverse disposizioni che prevedono l’uso delle lingue minoritarie, evitando che esse possano essere intese come alternative alla lingua italiana o comunque tali da porre in posizione marginale la lingua ufficiale della Repubblica”. (sentenza n. 159 del 2009)>>.

Basta solamente questo per colpire ed affondare la corazzata Bismark della marina imperiale sudtirolese ma non voglio fermarmi qui, voglio lasciare un segno indelebile, ad imperitura memoria.

L’iscrizione all’Ordine dei medici di Bolzano – come tutti gli altri ordini – dà diritto a un medico straniero di esercitare la propria professione su tutto il territorio nazionale; l’art. 4 della legge n. 30 presuppone che l’iscrizione all’ordine dei medici di Bolzano comporta che un medico senza conoscenza della lingua italiana possa esercitare solo nell’area della Provincia di Bolzano. E l’assessore alla Sanità Widmann ci mette il cappello: 

<<In conclusione, vorremmo annotare che in caso di un eventuale trasferimento del posto di lavoro di un iscritto nell’albo professionale al di fuori dell’Alto Adige, è in ogni caso opportuno comunicare all’ordine professionale competente che la verifica della conoscenza linguistica è stata effettuata con riferimento alla lingua tedesca e non a quella italiana>> Der Landesrat/L‘Assessore Thomas Widmann.

La restrizione territoriale dell’esercizio della professione così come prevista nella legge, ha una base giuridica in palese contraddizione con il codice professionale dei medici. Se l’iscrizione all’albo dei medici di Bolzano porta immediatamente e direttamente a livello nazionale l’effetto della competenza medica dell’iscritto, automaticamente l’iscritto può esercitare su tutto il territorio nazionale.

Se invece la legge provinciale consente l’iscrizione all’albo di medici che conoscono solamente il tedesco limitando il loro esercizio professionale solo al territorio altoatesino, l’Ordine dei Medici di Bolzano costituirebbe una sorta di “extraterritorialità“, creando un precedente improponibile considerato che lo stesso Ordine è parte integrante del sistema sanitario nazionale, oltreché organo sussidiario del Governo.

Se non verrà impugnato dal Governo l’obbrobrio normativo partorito dalle menti teutoniche della politica altoatesina, che restringerà di fatto ancor di più la possibilità dell’esercizio di medici dichiarati appartenenti al gruppo etnico italiano – perché non dimentichiamo che sul suolo italiano vige ancora la vergogna della proporzionale etnica – assisteremo ad una vera e propria campagna di pulizia etnica nei confronti degli italiani.

Esagero? Quando entreremo al pronto soccorso e non troveremo più un medico, un infermiere o un qualsiasi funzionario che comprenda l’italiano per poter esporre la propria emergenza, cosa faremo? Se non verrà rispettato il diritto costituzionale alla Salute, se non verranno rispettati tutti quei diritti garantiti dal consorzio civile, assisteremo ad una diaspora imposta da un regime politico di chiaro stampo nazionalista.

Se il governo non impugnerà questa legge, sarà la “morte dello Stato nazionale Italiano” in Alto Adige e si sancirà l’“extraterritorialità” della Provincia di Bolzano.

E conoscendo l‘arroganza della politica locale intellettualmente gretta e miserrima, non mi meraviglierei che in piazza Walther venisse eretta una statua con le fattezze di Kompatscher alla quale tutti i cittadini dovranno inchinarsi, come fece il re Nabucodonosor. 

Caro mio Pegasus, la storia insegna, la storia è maestra di vita.  

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