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Politica post comunali, Vettori (AAA): “Urgenza di una Grande Civica dopo la recente tornata elettorale”

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Mentre ancora va sfumando l’eco delle reazioni e delle polemiche che hanno seguito Comunali e ballottaggi, occorre fermarsi a riflettere sui forti segnali politici emersi dalle ultime amministrative. Una tornata elettorale che, in Alto Adige, è stata dominata dal trionfo indiscusso delle liste civiche“.

Così Carlo Vettori, consigliere provinciale Alto Adige Autonomia che in una nota fa sapere:

A Bolzano come a Merano i grandi partiti e i simboli nazionali hanno mancato l’obiettivo, cedendo voti a candidati uniti dalle idee e politicamente non identificabili inequivocabilmente con questo o quello schieramento dell’emiciclo parlamentare italiano. I cittadini della provincia hanno premiato una visione locale, non ‘sporcata’ da lotte di partito, e questo è un segnale a cui dobbiamo prestare ascolto per cogliere tempestivamente quella che sarà la tendenza dell’elettorato italiano nei prossimi anni. 



Nel capoluogo le Comunali hanno visto la civica di Caramaschi, con quattro seggi, mettere a segno un ottimo risultato rispetto ai grandi simboli nazionali, ben visibili sulla scheda elettorale, che sostenevano la sua lista di centrosinistra. Lo stesso Zanin, con la sua civica di centrodestra per il capoluogo, ha collezionato tanti voti quanti i due ‘trainanti’ partiti sovranisti che lo sostenevano.

Altra città, altro orientamento politico: anche a Merano le civiche unite sotto la candidatura a primo cittadino di Dal Medico hanno eletto cinque consiglieri portando al ballottaggio un candidato sindaco italiano in una città che vede il suo elettorato equamente diviso tra italiani e tedeschi e ha ceduto gli allori al primo cittadino uscente con appena 37 voti di scarto. ‘Campione’ delle civiche proclamato dalle urne è anche Gennaccaro, che a Bolzano porta da due a quattro i suoi rappresentanti in Consiglio, mentre nella Bassa Atesina abbiamo l’esempio di Pocher, senza tralasciare gli attori protagonisti delle istanze civiche degli altri centri altoatesini.

Quella che si va tracciando, mettendo assieme le tessere di un unico grande mosaico, è la via per un nuovo sentiero politico che dovrebbe essere il “faro” per i movimenti politici italiani del territorio: quel ‘grande sogno’ di un’alternativa italiana alla Svp di cui da sempre si sente il bisogno e che mai nessuno è riuscito a creare. Un partito di raccolta dell’elettorato di lingua italiana che si proponga come la rappresentanza territoriale autonomista per gli italiani residenti in Alto Adige.

L’autonomia è un patrimonio di tutti i cittadini della provincia e non è più ammissibile che la sua tutela e il suo sviluppo siano demandati ai soli rappresentanti politici espressione degli elettori di lingua tedesca e ladina. Lasciamo che a delegare questo onere e onore siano i partiti con quartier generale a Roma o a Milano e creiamo in loco un grande e unico movimento che abbia come cardine comune la base statutaria del nostro vivere politico”.

“Bisogna ragionare in un’ottica di insieme, con concretezza e comunione di intenti, radunando tutte le civiche che hanno dimostrato di avere qualcosa da dire: Dal Brennero alla Bassa Atesina dalla Val Pusteria, fino alla Val Venosta e al Burgraviato. Chi si è messo in gioco dimostrando spirito territoriale a servizio della comunità dovrebbe sedersi a un tavolo e ragionare, accogliendo le idee e le proposte di chi vorrebbe cooperare per creare un asse comune e compatto che, in vista della grande sfida provinciale del 2023, non abbia timore a confrontarsi con il “mostro sacro” della Svp per offrire un’alternativa partitica stabile e di lungo respiro ai cittadini italiani e che punti senza paura anche a una rappresentanza parlamentare autonomista, che faccia fronte compatto con la stella alpina per gli interessi del territorio a Roma.

Un progetto senz’altro ambizioso, ma è giunto il tempo che prenda corpo senza essere offuscato da protagonismi di sorta o individualismi di questo o quel nome, incluso quello del sottoscritto. L’Alto Adige è pronto. Lo sarà anche la nostra classe politica? Da questa riflessione spero possa partire un ragionamento condiviso che porti oltre il burrone in cui, fino ad ora, si sono persi tutti coloro che hanno osato credere nel grande progetto autonomista italiano“, conclude Vettori.

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