Alto Adige
Tamponi nasali, dura la Uil Scuola: “Formazione Croce Rossa? Si preoccupi la Provincia di organizzare”

Nell’ambito dei test nasali nelle scuole la Croce Rossa ha chiarito oggi la sua posizione: “Presenti nelle scuole italiane altoatesine solo per formazione ma poi dovranno essere autonome”. Qualcosa di diverso dal semplice supporto alle operazioni prospettato dalla Provincia di Bolzano perché riporta al centro uno dei nodi fondamentali della questione: la figura e le responsabilità dei docenti. Mettendoli sotto pressione.
“Già eravamo scettici prima sul progetto, figuriamoci dopo questa novità. Se la Croce Rossa va negli istituti a fare formazione si preoccupi Palazzo Widmann di indicare gli incaricati sanitari cui farla perché a noi non risulta che i docenti vogliano farsi formare per un mestiere che non compete loro” commenta il segretario regionale di Uil Scuola Marco Pugliese.
“E’ importante che gli insegnanti sappiano che tutto si basa sulla volontarietà. Dai dati che abbiamo noi questa adesione è molto bassa. Questo fa nascere qualche dubbio sulla possibilità di proseguire senza sanitari in autonomia. Mi pare che non si voglia capire che, da un punto di vista delle responsabilità, viene chiesto davvero troppo ai docenti. Attenzione che non è un problema di poca voglia o negligenza”.
Spieghiamo perché. “Semplice, non esiste una legge strutturata che stabilisca esattamente tutti i passaggi ed i requisiti. Questo espone a troppe incertezze. Inutile girarci attorno: così il docente rischia la denuncia se qualsiasi alunno dovesse avere dei problemi. Il tutto mentre l’insegnante nell’ordinamento non viene considerato un sanitario”.
Senza contare che, in caso di positività, gli insegnanti dovrebbero trattare materiale contaminato. “Qui sorge una bella domanda. Come devono comportarsi? Che responsabilità hanno nella gestione e nel contenimento? E’ evidente che siamo in un campo minato”.
La palla, dunque, viene rilanciata con forza nel campo della Provincia. “Arrivati a questo punto forse l’amministrazione dovrebbe evitare di procedere a tentoni con misure improvvisate. L’esperienza dell’anno scorso ci ha insegnato che forse sarebbe bene occuparsi di strutturare nel dettaglio l’estate e il post estate. Invece di cercare metodi per mettere all’angolo gli insegnanti si inizi a ragionare su lezioni scaglionate, contingentamenti, percentuali di copertura degli istituti, orari diversi e misure davvero strutturali e serie”.
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