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Test e lezioni in presenza, dietrofront di Vettorato: “Alunni del NO restano a casa. Riallineamento con la scuola tedesca”

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Sul rientro (temporaneo) in classe per gli alunni che hanno detto no al progetto di test nasali i vertici della scuola italiana fanno retromarcia e seguono la linea della Svp. Si torna dunque indietro, dopo la parziale apertura delle scorse ore indicata in una circolare tramite la quale il sovrintendente Vicenzo Gullotta contravveniva a quanto indicato dall’attuale ordinanza provinciale, che prevede l’obbligo di sottoporti al test. Nuovamente dunque, chi non aderisce non può più essere ammesso alle lezioni in presenza.

La decisione arriva al termine di una dura discussione in consiglio provinciale durante la quale il capogruppo della Stella alpina Gert Lanz ha attaccato la nuova direzione intrapresa dall’asessore Vettorato e dallo stesso Gullotta. Decisione che prevedeva la riammissione negli istituti scolastici di chi si era opposto all’autotest, almeno fino alla partenza ufficiale del piano, in attesa di ulteriori determinazioni e chiarimenti di tipo giuridico in merito.

Le polemiche da parte politica italiana non sono mancate con il contrattacco di Fratelli d’Italia, che ha parlato di sottomissione inaccettabile ai dettami della Volkspartei, chiedendo le dimissioni di Vettorato.



Forte anche la delusione dei ‘genitori del NO‘, che avevano chiesto una soluzione per i propri figli ai quali non intendevano permettere di aderire allo screening con i cosiddetti ‘tamponcini fai da te’ e non accettavano nel frattempo o ancora prima della partenza del progetto, l’esclusione dalle lezioni in presenza con il divieto di ingresso negli isituti scolastici.

Si pensava dunque ad una tregua temporanea che evitasse, come era accaduto nei giorni scorsi, episodi di esclusione dalle scuole con cambi di classe e allontanamenti coatti di studenti delle medie e alunni delle scuole primarie. Un nutrito gruppo di genitori appartenenti al movimento “Alto Adige attivo”, assistiti dall’avvocato Roberta Nenzi di Verona, ha addirittura pensato a una querela nei confronti del presidente Kompatscher in quanto sarebbero molti i profili di criticità evidenziati nell’Ordinanza “sia dal punto di vista dell’imposizione di un trattamento sanitario a tutti gli effetti, che per i rischi connessi all’autosomministrazione del test; rilevanti le conseguenze sulla privacy dei minori per disposizioni che appaiono, in ogni caso, limitative della libertà personale degli studenti e delle famiglie, che rischierebbero di essere sottoposti, sulla base di semplici pre-test di scarsa valenza diagnostica, a periodi di quarantena ingiustificata”.

(ec)

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