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Via il tricolore dalle classifiche di Sportnews, Vox Italia: “Provocazione storicamente infondata”

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Sarebbe quasi commovente, se non fosse una provocazione storicamente infondata e basata su fantasie al di fuori del tempo e dello spazio, il tentativo del portale sportivo Sportnews.bz di ritrovare un’identità perduta, affiancando al nome di un atleta altoatesino, non la bandiera nazionale italiana, ma quella sorta di parodia di aquila che è il logo della Provincia di Bolzano“.

Così Eriprando della Torre di Valsassina, esponente bolzanino di Vox Italia, alla notizia della scelta editoriale del portale di Athesia di sostituire, per gli atleti azzurri di madrelingua tedesca, la bandiera italiana con una “etnica” nelle classifiche sportive in Coppa del mondo di sci.

Alcuni ‘sudtirolesi’, a seconda del momento, si dichiarano una minoranza austriaca in Italia – continua della Torre – quando pretendono il doppio passaporto e si appellano diuturnamente a mamma Austria con lamentosi lai contro i brutti e cattivi italiani, oppure esplicitano il loro essere popolo, con tanto di diritto di autodeterminazione, quando richiedono il distacco dall’Italia.



Il tutto condito con una sorta di livore atavico nei confronti del Belpaese, magistralmente descritto da uno dei primi dirigenti volksparteisti quando, il primo gennaio del 1946, gli Alleati abbandonarono l’Alto Adige“.

Scrisse Friedl Volgger: «Così, dunque, alla fine del 1945 le truppe di occupazione alleate ci lasciarono. Quanto volentieri saremmo diventati una colonia inglese! Ma proprio dall’Alto Adige se ne sono andati tanto in fretta».

Per della Torre, l’anglofilia del portale in questione si palesa dunque ancor oggi visto che si è chiamato “Sportnews”. Quindi tutto va bene, tranne qualsiasi traccia di italica presenza.

Per chiarire, a chi fa confusione e a chi è confuso veramente, il perché non si possa considerare l’Alto Adige un’enclave indipendente parlante il vernacolo Sid-Tiroulerisch, facciamo un piccolo approfondimento storico.

Inizialmente l’odierno Alto Adige era abitato dai reti, una popolazione di origine etrusca, che furono prima romanizzati, poi germanizzati dai baiuvari. In seguito, il territorio fu diviso tra i principi vescovi di Trento, Bressanone e Coira.

I Tirolo, una sorta di veri e propri pirati, con tutta una serie di usurpazioni si appropriarono dei territori dei principi vescovi. Nel 1363, ci fu quello che la vulgata austriacante, chiama il regalo di margherita di Tirolo agli Asburgo. Niente di più falso fu Giovanni Lenzburg di Platzheim, consigliere di Rodolfo IV d’Asburgo a stilare un falso testamento a nome di Margherita. Fu così che il Tirolo passò agli Asburgo.

Non all’Impero asburgico sia ben chiaro, ma divenne un feudo privato della famiglia Asburgo. Fu solo nel 1814 che passò alle dipendenze dell’Impero. Se ci chiediamo, dunque, perché l’Alto Adige (non il Tirolo, perché il Tirolo storico va da Kufstein a Borghetto, vicino Verona) dovrebbe essere italiano, la risposta è semplice, perché è italiano, cioè perché prima era reto-etrusco, poi latino, poi baiuvaro, poi appartenente ai principati vescovili, poi dei Tirolo, poi possedimento privato degli Asburgo, poi appartenente all’Impero austro ungarico e infine italiano.

Ogni volta che passava di mano in mano i conquistatori portavano la loro cultura e la loro lingua. Se vogliamo parlare di situazioni più recenti e di presenza della popolazione italiana in Alto Adige, cioè se vogliamo ricercare il famoso confine linguistico, tra il cosiddetto Tirolo tedesco e quello italiano, dobbiamo andare alla divisione del Tirolo quando nel 1811 è stato creato il regno italico da Napoleone.

La diplomazia bavarese e quella italica crearono un confine basandosi esclusivamente su criteri linguistici. Per cui il confine fu posto, a spanne, circa un’ottantina di chilometri più a nord di dove gli austriacanti lo hanno rivendicato dal 1866 in poi: cioè a Salorno. Il confine fu posto circa all’altezza di Merano, Bressanone e Pusteria.

Per cui, sicuramente fino a queste città la popolazione prevalente era quella tedescofona, mentre a sud era italofona, Bolzano e bassa atesina comprese. A Salorno c’è una stretta cioè una specie d’imbuto che rende il territorio difendibile.

Cioè un confine naturale. Gli austriaci, a colpi di tedeschizzazione forzata, cercarono di spostare il confine linguistico in modo che combaciasse con quello naturale, in modo da poterlo rivendicare con un certo diritto, nel caso che l’Austria avesse dovuto cedere nuovi territori.

Non dimentichiamo che nel 1866, l’Austria perse anche Venezia e l’ultimo cuneo di penetrazione in Italia rimase l’attuale Trentino-Alto Adige, per cui cercò di spostare il confine linguistico più a sud, per cercare di mantenere perlomeno l’odierno Alto Adige.

C’è inoltre da sottolineare che Trento e Bolzano non erano separate (due province diverse) ma facevano parte di un unico territorio sotto Trento. Fu solo nel 1927 che l’Italia creò la provincia di Bolzano separata da quella di Trento.

Infine, per coloro che affermano che l’Alto Adige è una terra che etnicamente non appartiene all’Italia, rispondiamo che con questo ragionamento gli unici che potrebbero rivendicarlo sarebbero i reto-etruschi“.

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