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Economia, Italexit: “Obiettivo distruzione Pmi. Ecco chi controlla il futuro dell’Italia”

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Pare ingenua la richiesta della Cna locale nel richiedere a chi di dovere che i provvedimenti del Recovery Plan siano utilizzati per ‘rilanciare il Paese e i territori, anche a misura di piccola e media impresa, oltre che a puntare su infrastrutture primarie e secondarie’. Sembra quasi che la Cna non si sia accorta che il Governo sta andando deciso proprio nel senso opposto.

Lo scopo dichiarato dal salvatore dell’euro Mario Draghi è quello della ‘distruzione creativa‘, così come anticipato in dicembre dallo stesso Capo del Governo durante il summit del ‘Gruppo dei Trenta‘. ‘Distruzione creativa’ che significa la devastazione del sistema socio-economico su cui si basa l’Italia, fondato sulle aziende familiari e sulla piccola e media impresa, cioè quel sistema che giustamente il Cna vorrebbe preservare. Tale devastazione dovrebbe poi portare, secondo i desiderata dei suoi fautori, all’accentramento della produzione in mega imprese multinazionali”.

Lo sottolinea Eriprando della Torre di Valsassina, Coordinamento di “Italexit con Paragone – No Europa per l’Italia” dell’Alto Adige.



“Ricordiamo che i soldi del Recovery Fund non sarà l’Italia a decidere come spenderli – con un’esautorazione di fatto del Parlamento e quindi della democrazia alla faccia dell’art. uno della Carta costituzionale – ma l’Europa. Infatti, il 37% dei 200 miliardi previsti dovrà servirà alla transizione ambientale e il 20% a quella digitale, mentre ben altre sono le priorità per il nostro Paese. L’Italia avrebbe bisogno di massicci investimenti nella sanità, nell’assetto idrogeologico, nell’edilizia scolastica, nella creazione di una nuova Iri, nella ricerca della piena occupazione, ecc.

Solo per parlare della sanità, negli ultimi dieci anni (da Monti in avanti) abbiamo avuto in Italia un calo del -6,8% dei medici di famiglia; un calo del -10% delle guardie mediche; un calo del numero dei medici ospedalieri di 5.700 unità; un calo degli infermieri di 11.700 unità. Abbiamo avuto un taglio di 197 ospedali; un taglio di 70.000 posti letto e un taglio di posti letto nelle terapie intensive del -51%. Tutto ciò grazie alle politiche di spending review volute dai vari Monti, Cottarelli e compagnia cantando, e imposte dai vincoli dalla Ue.

Avremmo bisogno di grossi investimenti proprio nella sanità, mentre il Governo si sta apprestando a fare nuovi tagli facendo cadere pesantemente la mannaia su questo settore strategico.

Come possiamo leggere su Il Sole 24 Ore, dalla relazione tecnica allegata all’ultima legge di bilancio si evince come ‘dall’anno 2023 per effetto dei processi connessi alla riorganizzazione dei servizi sanitari anche attraverso il potenziamento dei processi di digitalizzazione, si prevede una minore spesa di 300 milioni di euro annui, con conseguente riduzione del livello del finanziamento”.

“A chi sarà affidata la gestione della transizione ecologica? Si sa che l’Unione europea a guida Ursula von der Leyen ha affidato la consulenza riguardante la svolta green a Black Rock, un fondo speculativo americano con un patrimonio di ben 8.000 miliardi di dollari, pari a quattro volte del Pil italiano. Questo fondo speculativo detterà quindi i compitini che i Paesi europei dovranno eseguire per quanto riguarda la transizione verde.

Interessante vedere chi controlla questo colosso della speculazione. Tra gli altri Apple, Google, Microsoft. E altrettanto interessante è vedere che Black Rock è comproprietario, ad esempio, delle industrie farmaceutiche Pfizer e AstraZeneca. Meditate, gente, meditate!

Italexit con Paragone ritiene urgente, quindi, che il nostro Paese possa al più presto riconquistare la sovranità; che il popolo italiano possa tornare a decidere del proprio futuro e sia veramente sovrano all’interno del suo territorio, in modo da poter scegliere, nei modi previsti dalla Costituzione, le priorità necessarie alla nostra Nazione, e in modo che la Repubblica, come afferma l’art. 3 della Carta, possa: rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

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