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Rete Economia Merano, Ragazzi: “Senza turismo e commercio siamo in ginocchio”

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L’economia di Merano e del Burgraviato è in ginocchio. Dopo un anno di lockdown, restrizioni, limitazioni, aperture e pochi turisti, quest’area, che da sola vale un quarto del movimento turistico altoatesino e del relativo giro d’affari, pari al 30% del Pil provinciale, si ritrova con centinaia di aziende sull’orlo della chiusura e migliaia di disoccupati in più, fonte imminente di tensioni sociali“.

Ad affermarlo è Rete Economia-Wirtschafstnetz Merano-Burgraviato che sottolinea:

E’ necessario strutturare, con in testa il Comune di Merano capo comprensorio, di concerto con la Provincia coinvolgendo le associazioni di categoria e i sindacati dei lavoratori, un piano immediato di rilancio che non può fondarsi solo sui consumi interni, peraltro irrisori se permane il divieto di spostamento tra comuni“.

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Il prossimo lockdown dall’8 febbraio – commenta il portavoce Raoul Ragazzirappresenta una decisione unilaterale totalmente priva di senso e con modesto sostegno scientifico rispetto ai risultati ottenibili. La chiusura totale, improvvisa, di alcune attività che non rappresentano assolutamente un hotspot dei contagi, come a novembre dello scorso anno, ha dimostrato di non portare assolutamente a nulla, e rifarlo ora non ne aumenterà l’efficacia.

Il commercio e la ristorazione, filiera del turismo con gli alberghi e le attività ricettive, sono completamente disarmate, umiliate e senza prospettiva. Gli artigiani, senza gli investimenti dei settori oggi in sofferenza, presto non avranno commesse. Aggiungiamo che la storica industria meranese è stata in parte smantellata. Non si vedono i ristori per le PMI a compensazione e le recenti indicazioni della giunta provinciale parlano di soluzione ancora da definire, quindi tempi lunghi“.

Ragazzi aggiunge: “Ricevo giornalmente telefonate di commercianti, ristoratori e di artigiani di Merano e dintorni che chiedono a Rete Economia di battersi per far sì che restino aperti. Lo abbiamo fatto, inascoltati. Per evitare di trasformare una crisi economica in una vera e propria catastrofe del comprensorio meranese con innumerevoli fallimenti e perdite di posti di lavoro, chiediamo fin d’ora, e con grande urgenza, alla politica di tutelare e sgravare le aziende anche sul lungo termine.

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Le imprese sono composte da persone e famiglie che danno lavoro ad altre persone e famiglie. Aggiungiamo anche, come cittadini, la preoccupazione per una sanità paralizzata, che fatica ad erogare prestazioni e servizi oltre l’emergenza Covid e che finisce per diventare la vera motivazione dei lockdown. Percepiamo che la pazienza è finita. Agire subito, o sarà troppo tardi“.

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