Alto Adige
Uil Alto Adige: «Ancora una caduta dall’alto, ancora un operaio edile in gravi condizioni»
E’ passato poco più di un mese dall’infortunio mortale del cantiere IPES di Bolzano, ed ieri un lavoratore di Vipiteno di 38 anni è ricoverato in ospedale a Bressanone, con ferite definite gravi dai soccorritori, vittima dell’ennesimo infortunio sul lavoro.
Anche lui, come lo sfortunato lavoratore deceduto a fine agosto a Bolzano, è precipitato al suolo da diversi metri, non è chiaro ancora se da un ponteggio o da una scala, mentre lavorava nel cantiere della casa di riposo di Rio Pusteria.
Saranno di certo le autorità competenti a fare chiarezza sulla dinamica e sulle responsabilità di questo infortunio, ma certo è che lascia veramente sconcertati prendere atto che, ancor oggi, non sia possibile proteggere i lavoratori da un rischio così evidente, e forse, neppure così difficile da azzerare.
I lavori in quota, o in altezza, devono essere eseguiti con i ponteggi, dai quali non si “dovrebbe” cadere neanche per errore; se montati secondo normativa, sono sicuri anche contro le cadute accidentali!
Le scale, poi, sono praticamente bandite, o quanto meno sconsigliate al di sopra di certe quote, proprio perché considerate pericolose. Ciò nonostante, le cadute dall’alto sono ancora una della cause principali di infortunio sul lavoro, molto spesso con esiti gravi, se non mortali.
D’altro canto, se l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ci dice che sul totale delle aziende visitate, il 70% sono risultate irregolari, questo non può che essere il tragico risultato.
Occorrono misure straordinarie, e bisogna fare in fretta; le denunce di malattie professionali e di infortunio sul lavoro hanno raggiunto livelli inaccettabili per un Paese civile, come gli oltre 1.200 morti sul lavoro all’anno, sono una “vergogna nazionale“.
Dati che rispecchiano fedelmente anche la situazione della nostra provincia che, purtroppo, da anni occupa i vertici delle classifiche nazionali dei territori meno virtuosi in materia di prevenzione degli infortuni e tutela della salute dei lavoratori.
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