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Alto Adige

Assoimprenditori Alto Adige: Export altoatesino in calo del 21%. Sostenere le imprese orientate ai nuovi mercati

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Nel secondo trimestre del 2020 l’export altoatesino è diminuito del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un vero crollo, dopo i numeri in costante crescita degli anni passati.

“Il lockdown prima e le numerose limitazioni agli spostamenti internazionali poi hanno causato enormi difficoltà alle nostre imprese maggiormente orientate ai mercati esteri: servono misure urgenti per rilanciare l’export, anche perché sono proprio queste imprese quelle che garantiscono i maggiori investimenti in innovazione e i posti di lavoro più sicuri e meglio retribuiti”, afferma il Presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Federico Giudiceandrea.

Rispetto ad altre regioni italiane, in Alto Adige il calo delle esportazioni è stato minore: “Questo dimostra quanto siano state reattive le nostre imprese. La loro risposta all’emergenza Coronavirus è stata straordinaria e va riconosciuta anche dalla politica. Come abbiamo proposto nel documento comune con le organizzazioni sindacali, è necessario un piano straordinario per sostenere il “made in Alto Adige” all’estero.

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Tra le misure concrete abbiamo indicato una campagna specifica di IDM Alto Adige a favore dei settori più esposti alla concorrenza internazionale come automotive, alimentari, impiantistica o tecnologie alpine e una dotazione straordinaria per un “fondo export” per iniziative di internazionalizzazione, come ad esempio la partecipazione a fiere online”, spiega Giudiceandrea.

Il Presidente di Assoimprenditori chiede inoltre regole meno impattanti per gli spostamenti di lavoro. “La normativa vigente pone una serie di problematiche legate alla gestione delle trasferte all’estero per una durata superiore alle 120 ore e al rientro del personale dalle ferie all’estero, trascorse nella maggior parte dei casi nei propri Paesi di origine.

Siamo disponibili a confrontarci con politica e autorità sanitarie per individuare insieme delle soluzioni così come avvenuto per altri settori economici con forti legami con l’estero come il turismo o l’agricoltura”.

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