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Alto Adige

Transdolomites: nelle Alpi e Dolomiti è tempo di ferrovia

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Sino a qualche anno fa il sentir parlare dell’idea della St. Moritz-Venezia che coinvolgesse anche le Dolomiti lasciava spazio a sorrisi. Fantasie di sognatori.

Ci sono voluti solo pochi anni per dimostrare che i sognatori sono quelli che le idee le hanno ben chiare e che semmai utopisti sono coloro che pensano che i problemi si risolvono non facendo nulla optando per soluzioni di basso rilievo.

I collegamenti ferroviari e quindi un trasporto sostenibile per un turismo sostenibile nelle Dolomiti e nelle Alpi sono stati al centro del  convegno promosso da Transdolomites  al Muse di Trento il 28 aprile. Un incontro importante, che ha visto la partecipazione dei due Comuni dell’Alta Valtellina  interessati dalle Olimpiadi – ovvero Bormio, con il sindaco Silvia Cavazzi, e Livigno, con il vicesindaco Thommy Cantoni   oltre al Comune di Valdisotto con il primo cittadino Alessandro Pedrini – intervenuto al convegno in qualità di consigliere provinciale con delega in materia di pianificazione territoriale e Olimpiadi 2026  e Matteo Sambrizzi in rappresentanza della Sezione  Valtellina e Valchiavenna di Transdolomites.

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Grande convergenza di progetti che hanno permesso di sottolineare l’importanza di realizzare  collegamenti di qualità. Ne sono un esempio l’impegno della Regione Lombardia per lo studio di prefattibilità del collegamento ferroviario Tirano-Bormio. Su questo tema e sull’accordo Terra Raetica ( Lombardia, Sudtirolo, Engadina, Austria) è intervenuto Aldo Colombo, Direttore Generale dei Trasporti  dell’ente lombardo e quello della Provincia di Sondrio che giovedì 21 aprile , all’unanimità, si è impegnata a promuovere il finanziamento e la realizzazione, anche in collaborazione con Trenord e Rfi, degli studi di fattibilità delle direttrici dorsale alpina “Milano-Valtellina-Alto Adige-Tirolo” – sezione interregionale “Tirano-Bormio Val Venosta e galleria di base dello Stelvio”, “Tirano – Valcamonica e galleria di base del Mortirolo” nonché lo studio di prefattibilità del collegamento “Bellinzona-Chiavenna-Val Bregaglia-St. Moritz” e galleria di base della Mesolcina.

Anche di questo si è parlato giovedì 28.04  a Trento, convegno nel corso del quale, per l’Alta Valtellina, le considerazioni sono state duplici: il ritorno – e in grande stile con uno studio specifico – dell’ipotesi del collegamento ferroviario tra Tirano e Bormio, nonché gli studi geologici affidati per il tunnel dello Stelvio per il quale, ad oggi, esiste già lo studio di prefattibilità.

L’importanza dello  studio di prefattibilità del tratto Tirano-Bormio non è  tanto quanto collegamento più veloce ma come collegamento sostenibile e anche come attrazione turistica (in questo senso eloquente l’esempio del trenino rosso del Bernina). Lo studio è finanziato tramite il fondo dei comuni confinanti.

Di questo passo è evidente che la ferrovia sul tratto lombardo si sta avvicinando al confine del Trentino. Riteniamo che lo stesso pensiero e approccio sia quanto mai necessario sia avviato nelle Valli del Noce con l’idea illuminante di ipotizzare la progettazione della prosecuzione della  Trento-Mezzana verso Edolo o Bormio. Verrebbe così ad essere realizzato il collegamento internazionale della Zurigo-Trento grazie allo stesso scartamento metrico della ferrovia del Bernina sino a Trento e da qui lo sguardo va a Venezia via Valsugana ove a Venezia è stato approvato e finanziato il collegamento ferroviario con l’aeroporto internazionale Marco Polo.

Ma le novità non si fermano qui. A est della regione Trentino- Alto Adige nei giorni scorsi a cura dell’Assessore alla mobilità della Provincia Autonoma di Bolzano, Daniel Alfreider, è stato presentato il masterplan della ferrovia della Val Gardena.

Elaborato dalla STA, esso prevede il nuovo collegamento fra la Val d’Isarco  e Plan de Corones a Selva Gardena. Masterplan già trasmesso all’attenzione dei comuni gardenesi i quali da anni nei rispettivi piani urbanistici hanno inserito il ritorno del treno nella convinzione che solo la ferrovia saprà dare una risposta qualificata e definitiva ai problemi del traffico che assilla la valle.

Non solo Masterplan ma già in Sudtirolo si stanno attivando a reperire i finanziamenti già approfittando dei fondi previsti per le Olimpiadi di Cortina-e Milano 2026.

Se però guardiamo all’intero contesto dolomitico e dunque a problema del traffico che lo soffoca a 360 gradi, la ferrovia della Val Gardena pur ottima resta una soluzione parziale. Ecco allora spiegata la posizione di Transdolomites che con la proposta della ferrovia Avisio -Trento-Penia, se realizzata e collegata con un tunnel di base sotto Passo Sella e collegata alla ferrovia gardenese (con l’auspicio della sua prosecuzione in Val Badia) contribuirebbe a creare una vera corsia preferenziale alla mobilità pubblica su ferro dalla quale  questo punto trarrebbero vantaggio Gardena, Badia, Fassa, Fiemme e Val di Cembra oltre i passi dolomitici i quali potrebbero a questo punto essere bypassati da mero traffico di attraversamento e diventare mete ambite grazie alla possibilità di  poter offrire un  vero turismo di qualità.

Tenendo conto che con l’entrata in esercizio del tunnel del Brennero l’alta velocità fermerà a Bolzano e Trento la realizzazione delle due nuove ferrovie dolomitiche l’accessibilità delle dolomiti potrà avvenire da Bolzano e Trento. L’anello delle Dolomiti a questo punto chiuderà il cerchio.

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