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Ambiente Natura

Zone a rischio: due terzi dei Comuni dotati di un piano valido

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Nel corso dell’odierna seduta (15 novembre), la Giunta provinciale si è occupata anche dello stato attuale della pianificazione delle zone a rischio in Alto Adige. Entro due anni dall’entrata in vigore della legge provinciale “Spazio e paesaggio“, ovvero entro luglio di quest’anno, tutti i Comuni altoatesini avrebbero dovuto dotarsi di un piano delle zone di pericolo valido.

Allo stato attuale non è ancora così, ma siamo comunque sulla buona strada“, sottolinea l’assessora competente Maria Hochgruber Kuenzer. “Due terzi dei Comuni altoatesini sono già dotati un piano valido, mentre i restanti hanno avviato la procedura, ancora in fase di elaborazione, revisione o approvazione“, ha spiegato Hochgruber Kuenzer.  Oggi, intanto, l’Esecutivo ha approvato il Piano elaborato dal Comune di San Genesio.

Il Piano è la base essenziale per lo sviluppo degli insediamenti

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Come sottolinea Virna Bussadori, direttrice della Ripartizione provinciale natura, paesaggio e sviluppo del territorio, “la pianificazione delle zone di pericolo è una base essenziale per lo sviluppo degli insediamenti. Questo strumento fornisce alla sicurezza della popolazione e alle amministrazioni comunali un orientamento concreto riguardo la programmazione. Tanto più preciso risulta essere il piano di elaborazione delle zone a rischio, quanto più mirato e sicuro potrà essere il loro sviluppo“, ha evidenziato Bussadori.

Piano delle zone di pericolo in vigore in 79 comuni

L’elaborazione dei piani delle zone di pericolo si articola in diverse fasi, che si concludono con l’approvazione del piano da parte dell’amministrazione provinciale“, spiega Carlotta Polo, direttrice dell’Ufficio provinciale per la pianificazione comunale. Attualmente (a novembre 2022), 79 Comuni altoatesini su un totale di 116 dispongono di un piano delle zone di pericolo (GZP) valido.

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Statisticamente parlando, si tratta del 68% dei Comuni, ma ad essere interessato è l’81% della popolazione altoatesina. I piani delle zone a rischio di 5 Comuni sono in fase di approvazione. In 28 di essi, tuttavia, è in corso la revisione tecnica dei piani da parte delle autorità. Sono ancora in corso i piani delle zone a rischio di quattro Comuni”, ha spiegato Polo.

La base giuridica

Nella legge provinciale “Spazio e paesaggio” (n. 9/2018) ora in vigore, gli articoli 55 e 56 disciplinano l’area dei piani delle zone di pericolo. Nell’ordinanza di attuazione “Piani delle zone di pericolo” approvata dalla Giunta provinciale nel 2019, gli interventi e le misure consentite nelle singole zone sono stati elencati in base al grado di pericolosità. Per la prima volta, nell’agosto 2008, sono state emanate disposizioni attuative sui piani delle zone di pericolo in Alto Adige; l’articolo in questione era stato inserito nella legge sulla pianificazione territoriale del 1997 nel luglio 2007. Negli ultimi dieci anni, il numero di piani delle zone di pericolo approvati annualmente è aumentato: tre sono stati approvati nel 2011, dodici nel 2017, otto piani nel 2018, sette piani nel 2020, sette nel 2021 e tredici, complessivamente, sono i testi approvati, ad oggi, nel corso del 2022.

Tre livelli di pericolo, quattro zone

Il piano delle zone di pericolo distingue tra pericoli causati da movimenti di massa, movimenti d’acqua e valanghe e si distingue su tre livelli di pericolo: H4 sta per rischio molto elevato, H3 per rischio elevato, mentre H2 indica il rischio medio. Di conseguenza vengono rilevate quattro zone: Le aree grigie sono considerate sicure, quelle gialle hanno un rischio basso, quelle blu necessitano di misure di protezione come dighe, strutture di protezione contro la caduta di massi o valanghe, mentre le zone rosse con un pericolo molto elevato sono escluse dalla costruzione per legge: non si possono realizzare progetti che richiedano il soggiorno di persone.

Tutte le informazioni sul piano delle zone a rischio sono disponibili sul sito web della provincia all’indirizzo: Il portale web dei Pericoli naturali in Alto Adige (provincia.bz.it)

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