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Politica

Un progetto per l’Italia in Europa, Noi per l’Alto Adige: “Libro contro le illusioni dei populismi”

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Lunedì 6 maggio nella sala Josef della Casa Kolping di Bolzano, si è svolta la presentazione del libro: “Un progetto per l’Italia in Europa” dell’associazione Costruire Insieme.

Iniziativa organizzata da NOI per l’Alto Adige in vista delle elezioni europee, con l’obiettivo di essere presenti anche attraverso un lavoro di cultura politica popolare nel nostro territorio.

Sono intervenuti i due candidati alle elezioni europee della nostra regione: l’Assessore Monica Franch e l’on. Ivo Tarolli, il presidente delle Acli trentine Arrigo Dalfovo, l’ex Presidente del Consiglio della Provincia di Bolzano Roberto Bizzo e Mons. Gastone Simoni, Vescovo emerito di Prato.

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Gli interventi appassionati dei relatori hanno portato alla luce quanto il punto di partenza di ogni progetto, come quello delineato in questa ultima pubblicazione, dopo La Forza delle Idee del 2012, Il Tempo del Coraggio del 2017, sia il collocarsi all’interno di una tradizione, di un’origine: quella del cattolicesimo popolare, non creando a tavolino niente ma seguendo i “giganti che lo hanno guidato” in Italia e in Europa da Degasperi a Schumann.

Arrigo Dalfovo ci ha ricordato che definire la centralità del lavoro, di un progetto, di un valore, non è necessariamente una collocazione tra due, ma una posizione in cui qualcosa diventa decisivo rispetto ad altro.

Così come Roberto Bizzo, che ha tracciato storicamente e idealmente cosa significa l’Europa delle regioni e quale legame profondo ci sia tra le terre di confine come la nostra e l’Europa e quanto oggi, una presenza politica che ridia fiducia alle persone, è necessaria dopo le grandi illusioni che i populismi senza futuro stanno seminando.

Mons. Simoni ha lanciato la provocazione sul perché oggi coloro che si riconoscono nel solco della cultura cristiano-popolare e che ha vissuto in esilio in tutti i partiti in questi anni, ha il dovere (e forse la necessità) di fare politica oggi più che mai e non può essere indifferente a ciò che accade: per dare sicurezza alle persone, per assicurare uno stato di libertà, uno stato di diritto.

“Perché oggi c’è bisogno di un impegno politico per la mobilitazione del lavoro, la pace, la famiglia e l’impresa, perché i salari siano adeguati al valore di una famiglia”, ha detto.

Nel suo ha intervento ha sottolineato in particolare modo che “davanti l’attacco sistematico al terzo settore, non si può più tacere, perché definire tutto una “mangiatoia”, di certo non riconosce il valore secolare dell’impegno che la solidarietà e le opere hanno portato nella società italiana“.

Infine hanno sottolineato Monica Franch e Ivo Tarolli “che oggi c’è bisogno di celebrare i ponti, non il filo spinato e i muri. Questa è l’Europa in cui crediamo e quella nella quale vorremmo svegliarci il 27 di maggio.

Rimettere al centro la persona, la relazione un NOI; non un IO contro tutti”.

Rimettere al centro la solidarietà e l’incontro tra i popoli e le persone; non l’isolazionismo e la supremazia dei pochi. In un’Italia in ginochhio e un’Europa sull’orlo del precipizio oggi è il tempo del coraggio di ricominciare da ciò che vale“, hanno concluso.

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