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Economia e Finanza

Crisi, anche in regione le piccole aziende non assumono. Cna: “Previsioni crescita ridimensionate”

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Contrariamente a quanto annunciato propagandisticamente in altre comunicazioni (vedi articolo ..), la frenata dell’economia si sta ripercuotendo anche sulla dinamica dell’occupazione tra artigiani, micro e piccole imprese.

Lo rileva l’Osservatorio mercato del lavoro CNA riferito a marzo 2019, curato dal Centro studi della Confederazione, che dal dicembre 2014 analizza mensilmente le tendenze dell’occupazione su un campione di quasi 20mila imprese associate con 136mila dipendenti circa.

La crescita di addetti – osserva Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige – è ormai ridotta al lumicino e le nuove assunzioni sono crollate. In questo quadro di grande incertezza, le imprese preferiscono essere caute e mantenere le bocce ferme, tenendo invariati gli organici. Anche a livello regionale le previsioni del Pil 2019 sono state ridimensionate: per l’Alto Adige si prevede tra +1,3 (dato Ire) e +1,6% (dato Astat), per il Trentino non si dovrebbe andare sopra +1%.

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È giunto il momento che le due Province autonome mettano in campo misure anticrisi, ad esempio strutturando incentivi per i risanamenti energetici, attuando la semplificazione burocratica, riducendo il carico fiscale con l’abbattimento dell’Imu sugli immobili strumentali, predisponendo bandi di gara con lavori suddivisi in lotti e quindi accessibili per le PMI locali.

Indispensabile, inoltre, è una strategia di sostegno alla green economy e all’innovazione su misura per le micro e piccole imprese. Necessario uno sforzo per agevolare l’accesso al credito delle piccole aziende, ampliando i fondi rischi delle cooperative di garanzie e creando una rete più virtuosa con le banche locali e le stesse Province”.

Complessivamente, a marzo di quest’anno, l’occupazione nel campione è cresciuta dello 0,2% sul mese precedente, mentre l’aumento tendenziale (+2,6%) si è ridotto di quasi un punto (+3,5%) nell’arco di dodici mesi.

Né si può ipotizzare un peggioramento passeggero: anche su base trimestrale l’occupazione in termini tendenziali arretra, passando dal + 3,7% del primo trimestre 2018 al +2,7% del primo trimestre dell’anno in corso.

Un rallentamento che si può addebitare al forte calo delle assunzioni (-18,7%) controbilanciato in parte dalla diminuzione delle cessazioni (-16,9%).

Il sensibile arretramento ha riguardato (con la sola eccezione del lavoro intermittente) tutte le tipologie contrattuali: – 28,7% le assunzioni a tempo determinato, – 13,1% di apprendisti, -1,1% a tempo indeterminato.

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