Tra cronaca e storia
Gli altoatesini caduti durante le Campagne in Africa

Dopo l’annessione dell’Alto Adige al Regno d’Italia, furono in molti gli altoatesini ad essere inquadrati tra le fila del Regio Esercito e mandati a combattere nelle lontane Colonie Africane. Alcuni di loro purtroppo perirono, uccisi dai ribelli libici o durante la conquista dell’Etiopia.
Abbiamo deciso di riportare qui le loro storie, spesso dimenticate dai più.
Il primo altoatesino caduto il Libia si chiamava Sigfrid Wackernell, vent’anni, originario di Merano. Partito volontario con il grado di sottotenente, gli era stato affidato il comando di un plotone di Ascari Eritrei del 25esimo Battaglione. Trovò la morte combattendo contro le forze dei ribelli a Tegfrit.
Alla sua Memoria venne decretata la Medaglia d’argento al valor militare, che venne appuntata sul petto alla madre Giulia dal Prefetto, il 16 maggio del 1928. Venne inoltre elargita alla famiglia, per ordine del capo del Governo Mussolini la somma di 5 mila Lire, e tributate solenni onoranze. La Caserma a Malles Venosta porta ancora oggi il suo nome.
Un altro meranese, Ottone Huber, perse la vita in Cirenaica il 17 novembre del 1929. Dopo aver conseguito nel 1924 il brevetto di pilota militare della Regia Aeronautica, partecipò a numerose azioni di guerra. Distintosi in oltre 150 voli, si meritò 3 encomi solenni, 1 medaglia di bronzo e 1 d’argento. Nel 1927 venne promosso a Maresciallo. Perì durante una rocambolesca fuga dopo essere stato reso prigioniero.
Alla sua memoria venne attribuita la medaglia d’oro al valor militare, con le seguenti motivazioni: “Aviatore abile e ardito, combattente di indomito coraggio, ritornava volontariamente in Colonia dove aveva già dato magnifiche prove del suo valore. L’11 novembre 1929 veniva abbattuto dal fuoco di un Door ribelle. Circondato dai nemici fieramente e strenuamente a colpi di moschetto teneva testa al soverchiante numero di assalitori finché ferito cadeva prigioniero. Sei giorni di inenarrabili sofferenze fisiche e morali, sopportate con orgoglio italiano e di combattente non riuscivano a piegarne la fibra, finché veniva barbaramente ucciso dal nemico in un tentativo di fuga”.
Alla sua memoria è stata intitolata la caserma del Comando Militare provinciale, in Via Druso a Bolzano.
Il 25 agosto 1931, a Zavia ed Ezzeait, trovava la morte l’altoatesino Enrico Sadder, soldato di leva. Venne attribuita alla sua memoria la medaglia d’argento con la seguente motivazione: “…per fare scudo del suo corpo al proprio Comandante che era accorso per soccorrerlo, cadeva gloriosamente fulminato alla fronte”. Gli venne intitolata la caserma di Via Brennero 39, a Varna.
Un altro altoatesino caduto, fu Giovanni Ruazzi (Val Badia), perito sull’Almba Tzaelegheghis, il 24 giugno del 1938. Iscrittosi all’Università di Padova, partì volontario al fronte dopo un breve addestramento. Sbarcato nel maggio del 1938 a Massaua, gli venne affidato il comando di una compagnia del 56esimo battaglione coloniale, trovando però la morte solo un mese dopo. Alla sua memoria venne attribuita una medaglia d’argento, e l’Università di Padova gli attribuì la laurea “ad honorem” in lettere e filosofia alla memoria.
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