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Italia ed estero

Istat, gli effetti della crisi sanitaria sul mercato del lavoro: in un anno 473mila occupati in meno

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Gli ultimi dell’Istituto nazionale di statistica confermano gli effetti devastati dell’emergenza sanitaria sul mercato del lavoro. L’occupazione infatti, è ancora in calo e cresce inesorabilmente il numero dei giovani senza un impiego.

Rispetto a febbraio 2020, gli occupati ad ottobre 2020 sono sono diminuiti di 420 mila unità, un dato ancora più pesante se confrontato con lo stesso mese del 2019, che fotografa 473 mila posti di lavoro persi in un anno.

A soffrire maggiormente della crisi sono stati i lavoratori dipendenti, -319 mila, mentre gli autonomi sono diminuiti di 154 mila unità. Dati, che portano il tasso di occupazione al 58% 2 punti in meno rispetto ad ottobre 2019.

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Resta stabile invece, il tasso di disoccupazione su base mensile che si ferma al 9,8%, in crescita quello giovanile con la fascia di età 15-24 che tocca il 30,3% + 0,6 % rispetto a settembre, +2,6 % rispetto ad ottobre 2019.

I dati rilevano anche un aumento dell’inattività, visto che a fronte della pandemia, dell’emergenza e dei divieti di spostamento, in molti hanno smesso di cercare attivamente lavoro. Gli inattivi in Italia ora raggiungono le 13.572.000 unità con un tasso del 35,5%, +0,8%.

In Europa, la media è del 18% e in totale i senza lavoro fra i giovani sono quasi 422 mila, con un 2021 alle porte che si preannuncia altrettanto nero. Secondo un documento dell’Ocse infatti, la disoccupazione in Italia salirà all’11% nel 2021 , mentre nel 2022 si fermerà al 10.9%.

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