Merano
La memoria dell’Olocausto deve rimanere viva

Si sono svolte quest’oggi (27 gennaio) a Merano, presso il Luogo della memoria di via Zuegg e davanti alla statua “La ragazza che prega” in via Huber, due cerimonie di commemorazione di tutte le vittime dell’Olocausto.
Le due cerimonie si sono svolte alla presenza del sindaco di Merano Dario Dal Medico, del presidente emerito della Comunità ebraica di Merano Federico Steinhaus, del vicepresidente Mirko Wenter, del comandante del Reggimento logistico degli Alpini “Julia“, colonnello Alberto Baessato, nonché di numerose autorità civili e militari.
La prima cerimonia, con deposizione di una corona, si è tenuta, come è ormai consuetudine, presso il Luogo della Memoria, inaugurato nell’area dell’ex caserma Bosin il 27 gennaio del 2010. Negli anni 1938 e 1939 in quest’area sorse una caserma per il Comando del XIII Settore di copertura della “Guardia alla Frontiera“, che comprendeva le opere difensive, dette “Vallo Littorio”, della val Venosta e della val Passiria.
Denominata inizialmente “Venosta“, la caserma venne in seguito intitolata alla memoria del Capitano degli Alpini Leone Bosin, caduto in Albania nel 1941 e decorato con la Medaglia d’Argento al Valore Militare.
Nel periodo fra il 1943 e il 1945 la caserma ebbe la funzione di magazzino per materiali requisiti dalla Wehrmacht e di sottocampo del campo di transito di Bolzano, come spiega la lapide apposta sul frammento del muro di cinta conservato appunto come Luogo della Memoria. Vi furono rinchiusi/e per motivi politici, bellici e razziali, e costretti a lavori forzati, uomini e donne di lingua e di religioni diverse. Intorno al Natale del ’44 due giovani donne internate riuscirono a scavalcare il muro di cinta e a fuggire dal campo. Si salvarono grazie all’aiuto di alcune famiglie meranesi.
“Il destino di queste due donne è una pagina, questa volta con un lieto fine, del capitolo però più buio della nostra storia, e al tempo stesso un imprescindibile monito a tutti e a tutte noi a opporci a ogni forma di intolleranza, fin dai suoi esordi, perché sappiamo come troppo spesso e facilmente, nel male, le parole diventano fatti”, ha ribadito il sindaco Dal Medico.
“Non dobbiamo dare alcun spazio all’antisemitismo, al razzismo, all’odio e all’incitamento. Questo è e rimarrà per i giorni e per gli anni a venire il nostro compito comune. È un impegno che deve unirci nel rispetto della memoria di tutte le vittime della Shoah e delle follie nazifasciste, di quanti hanno combattuto e sacrificato anche la propria vita per porre fine ad atroci crimini contro l’umanità, è un impegno che dobbiamo a noi stessi e ai nostri discendenti. Se, come scrisse Primo Levi, comprendere è impossibile e conoscere è necessario, ricordare è un imperativo categorico“.
La seconda cerimonia si è invece svolta nel cortile interno del condominio di via Huber 36, dinnanzi alla statua della “Ragazza che prega“. Si tratta di un’opera in marmo realizzata negli Anni Cinquanta dall’artista Géza Somoskeõy, la cui madre faceva parte della comunità ebraica meranese. La statua venne creata per commemorare gli ebrei vittime del nazismo e collocata accanto all’edificio GIL o Casa del Balilla, in seguito demolito.
“Da quest’anno, ogni 27 gennaio – ha spiegato il sindaco – le celebrazioni in ricordo delle vittime dell’Olocausto si svolgeranno anche qui, oltre che presso il Luogo della Memoria in via Zuegg. L’amministrazione comunale di Merano ha fortemente voluto questa seconda cerimonia per ricordare che nelle cantine di questo stabile, il 16 settembre 1943, gli uomini del SOD, il Servizio d’ordine sudtirolese, delle SS e della Gestapo imprigionarono ebrei meranesi, che nella notte stessa vennero deportati nel lager di Reichenau.
Chi non trovò la morte lì, fu poi trasferito ad Auschwitz-Birkenau. Del gruppo di ebrei meranesi sopravvisse – nel lager di Ravensbrück – solo Walli Hoffmann. Anche questo, nel cuore della città, deve essere e diventare sempre più un Luogo della Memoria in cui sostare a riflettere e a interrogarci sulla necessità di coltivare nella nostra quotidianità nuovi pensieri, pensieri ai quali facciano seguito azioni in grado di apportare cambiamenti positivi alla società bloccando sul nascere possibili meccanismi di disprezzo e intolleranza”.
Questa seconda cerimonia è stata accompagnata musicalmente da Belinda Miggitsch (clarinetto) e Matteo Scalchi (chitarra) e dalle letture da parte di studenti e studentesse del liceo artistico e linguistico in lingua tedesca Gymme sotto la guida della professoressa Rosanna Pruccoli.
Per il Giorno della Memoria il Comune di Merano e la biblioteca civica propongono ulteriori iniziative, fra queste anche proiezioni di film, incontri, visite guidate e mostre.
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