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Angolo Bellerofonte

Bar chiusi, bar aperti: accordi e disaccordi di un’ordinanza controversa

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Per un approfondimento riguardo l’ultima ordinanza presidenziale pubblicata il 16 marzo 2020, che tante perplessità sta suscitando tra i lettori del nostro giornale ed in generale nella popolazione, abbiamo chiesto al nostro Bellerofonte di ragguagliarci ulteriormente e di darci un’interpretazione sull’ordinanza.

Dopo la chiarificazione arrivata da parte provinciale in seguito al nostro precedente articolo (“I bar possono restare aperti”: l’ultima castronata cosmica di Kompatscher all’era del Coronavirus? e Coronavirus, la Provincia finalmente chiarisce: “I bar rimangono chiusi”. Le novità dell’ordinanza 10/2020) abbiamo deciso di ragionarci ancora un po’.

Ciao Bellerofonte, possiamo disturbarti un attimo?



Certo ma spostiamoci nello studio, qui mi dorme Pegasus e non voglio disturbarlo.

Perfetto. Ascolta, abbiamo bisogno di avere un chiarimento sull’ultima ordinanza del presidente Kompatscher ed anche un tuo parere visto la materia del contendere.

Bene. Con l’ultimo D.P.C.M. datato 11 marzo 2020, il Presidente del Consiglio Conte ha prescritto un inasprimento delle misure urgenti al contenimento del contagio, estendendo su tutto il territorio nazionale quello che già era stato messo in campo nelle ormai ex zone rosse, comprese le regioni a statuto speciale ed alle province autonome di Trento e di Bolzano.

Quindi anche l’Alto Adige è incluso in questo decreto? 

SI, anche l’Alto Adige è obbligato all’osservanza delle norme descritte nel decreto. 

Allora perché quest’ordinanza, cosa cambia sostanzialmente dal decreto presidenziale?

Bella domanda, non ti nascondo che me la sono fatta anch’io.

È sei arrivato ad una conclusione?

Più di una, ma andiamo per ordine. Per prima cosà non vedo l’utilità di pubblicare ulteriormente un’ordinanza visto il carattere perentorio del decreto, anche in presenza di una provincia che gode di un’autonomia; ma di questo il presidente Kompatscher può consolarsi perché non è il solo a farlo.

La seconda cosa che ha suscitato la mia curiosità riguarda proprio le modalità di applicazione dell’ordinanza.

In sostanza, la lettera A) Misure urgenti per il contenimento del diffondersi del virus – con effetto dal 12 marzo 2020 fino al 25 marzo 2020 dell’ordinanza prevede quanto prescritto nell’ultimo decreto dell’11 marzo scorso, con applicazione fino al 25 marzo prossimo venturo.

Altra cosa invece è la lettera B) Misure urgenti per il contenimento del diffondersi del virus – con effetto fino al 3 aprile 2020. In questo caso, cessato il periodo di restrizione previsto alla lettera A) che ripetiamo va dal 12 al 25 marzo 2020, in mancanza di ulteriori disposizioni da parte del Presidente del Consiglio, l’ordinanza ci riporterà tutti a quanto previsto nel penultimo decreto datato 8 marzo 2020, con conseguente alleggerimento delle attuali disposizioni restrittive; bar e ristoranti potranno aprire dalle 6:00 alle 18:00, attività come esercizi commerciali potranno effettuare servizi pur osservando le distanze minime di sicurezze immesse per decreto e così via.

Caro Bellerofonte, sembrerebbe che tutto stia per tornare alla normalità.

È quello che noi tutti ci auguriamo, ma le previsioni nazionali non lasciano intendere nulla in tal senso ed ancora peggio sono le previsioni internazionali.

Allora cos’è che contrasta in quest’ultima ordinanza, da lasciare disorientati sia i nostri lettori che gli operatori economici?

La logica di chi ha promosso l’ultima ordinanza si riscontra proprio nel fatto che in assenza di proroghe, deroghe o quant’altro possa modificare le disposizioni attuali, si ritorni alle vecchie condizioni. Però sappiamo molto bene, per stessa ammissione del presidente Conte, che qualora le attuali disposizioni non diano i risultati sperati, ci si dovrà attendere un ulteriore inasprimento delle restrizioni. 

Quindi il presidente Kompatscher è un inguaribile ottimista?

Diciamo che il presidente Kompatscher dovrebbe comunque leggere le ordinanze che firma; ottimismo a parte, lo svarione dell’ordinanza n. 10 che intimava l’extra omnes ai non residenti in Alto Adige, non ha certamente contribuito all’immagine della provincia né della sua amministrazione.

C’è da aggiungere che il D.P.C.M. dell’11 marzo specifica oltre ogni ragionevole dubbio che gli effetti dei precedenti decreti cessano alla data dell’entrata in vigore del nuovo; conseguentemente i punti che nella nuova ordinanza richiamano le vecchie disposizioni, non hanno alcun valore effettivo, tantomeno la Provincia può disporre diversamente dal D.P.C.M. 

Quindi da quello che si può evincere, la nuova ordinanza contiene disposizioni che non hanno valore? 

Escluse quelle previste per le scuole, per la sanità e per l’accesso al lavoro, direi proprio di si. Una restaurazione delle vecchie disposizioni non trova alcuna applicazione ancorché fondamento.

Grazie di tutto Bellerofonte, sei stato sicuramente di grande aiuto.

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