Società
8 marzo, un rametto di mimosa e la forza delle donne
L’8 Marzo ricorre la giornata internazionale della donna. Oggi, a differenza degli anni precedenti, in cui si sono ripercorsi i significati e la storia di questa ricorrenza, daremo spazio alla forza della donna che da un passato di marginalità e sfruttamento è arrivata a traguardi che solo 100 anni fa potevano sembrare solo fantasia.
Infatti nel 1921 in Italia non esisteva ancora il suffragio universale che ha dato alle donne il diritto di voto. Solo 25 anni più tardi le donne poterono recarsi alle urne e ascoltando le interviste di quell’anno, facilmente rintracciabili in internet, alcune apparivano emozionate, mentre altre facevano trasparire orgoglio e forza interiore. Nello stesso anno alcune esponenti dell’Unione Donne Italiane proposero la mimosa come dono offerto alle donne proprio nella giornata a loro dedicata.
La mimosa è un fiore che fiorisce in questo periodo, la sua pianta proviene dall’Australia ed è arrivata in Europa nel XIX secolo. La sua forma particolare costituita da tanti pallini gialli sembra simboleggiare il collettivo femminile, la forza e la bellezza che deriva proprio da questa unione.
Questo fiore riesce a sopravvivere ed esternare il suo splendore anche in ambienti e terreni poco favorevoli, proprio come le donne che riescono emergere anche dalle difficoltà più impensate.
Alcune donne non amano i fiori recisi, altre pensano che la mimosa sia solo una convenzione e un business, altre ancora non conoscono neanche il significato di questa ricorrenza, ma ancora oggi è importante ricordare che la donna ha gli stessi diritti e doveri dell’uomo, che non è una proprietà, che non ha il dovere di essere picchiata umiliata, ricattata o sfruttata proprio da chi le ha promesso amore, che non ha colpa di aver scelto la persona sbagliata e che per salvare una donna occorre non lasciarla sola.
Inevitabile è associare la forza della donna con le fiabe raccolte ed interpretate da Pinkola Estés nel famoso libro “Donne che corrono con i lupi” dedicato agli uomini che osano correre con le donne che corrono con i lupi. Nella meravigliosa introduzione del libro l’autrice paragona la forza della donna con quella del lupo.
Entrambi provano un amore tenero per i propri cuccioli e nel momento in cui la donna diventa o ritorna ad essere selvaggia, ovvero si riappropria della propria naturalezza, ritrova la sua innata curiosità, intuizione, sensibilità e un bisogno innato di recuperare se stessa e il proprio gruppo di appartenenza al di là di ogni convenzione che reprima la propria forza ed energia.
Oggi la coscienza femminile è cresciuta così come la sua libertà. La donna, anche se in percentuale minore rispetto all’uomo, ricopre ruoli lavorativi, cariche politiche e sociali di rilievo, ma non dimentichiamoci che c’è ancora tanta strada da fare e in particolar modo non dobbiamo confondere la parità con l’uguaglianza.
Le donne e gli uomini faranno cose, affronteranno la vita e penseranno sempre in modo diverso, ma questo non vuol dire che non debbano essere considerati, rispettati e valorizzati in modo paritario. Avere gli stessi diritti e doveri significa riconoscere ed accettare le differenze. È proprio dal riconoscimento di questa meravigliosa diversità che nasce l’autenticità nella relazione umana.
Il contributo per La Voce di Bolzano è di Marica Malagutti.
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